PREMESSA:

l’applicazione di un qualsiasi tipo di lenti a contatto deve essere sempre preceduta dal benestare di un medico oculista o di un ottico-contattologo.

Come per le lenti da occhiali, anche le tipologie di materiale per l.a.c. disponibili sul mercato sono molteplici, ma si possono comunque dividere anch’esse in 2 categorie principali: morbide e rigide.

L.A.C. MORBIDE:

Chiamate anche idrofile ( per il loro alto contenuto di acqua ) sono le più usate oggi nel mondo. Sono costruite con materiali plastici biocompatibili ( = compatibili con la maggior parte degli occhi dei portatori ) che le rendono molto confortevoli nell’utilizzo, ma assai sottoposte ad infezioni per il tipo di materiale ( esso fa passare molto ossigeno, ma anche batteri e altra “sporcizia” quotidiana che si accumulano, poi, all’interno del materiale stesso ) e per il loro diametro ( che copre una porzione molto ampia della cornea e quindi facilita un ristagno di eventuali batteri ).
Tutti questi inconvenienti possono comunque essere annullati completamente seguendo le semplici regole di igiene e manutenzione ( vedere “ I dieci comandamenti del portatore di l.a.c. )

Ne esistono di vari tipi:

giornaliere: esse vengono utilizzate nell’arco di un’ intera giornata e poi gettate. Evitano i fastidi della pulizia ma sono estremamente costose, se utilizzate ogni giorno.

quindicinali: sostituite ogni 15 giorni, necessitano di manutenzione e sono un valido strumento di approccio al mondo delle lenti a contatto per i nuovi portatori.

mensili: forse la tipologia più usata, in quanto ha un buon rapporto qualità-prezzo. La lente si sostituisce allo scadere del 30/31 giorno dall’apertura e necessita di manutenzione ( effettuabile tramite soluzioni uniche o al perossido di idrogeno ).

semestrali: le lenti vengono sostituite ogni 6 mesi. E’ dunque consigliabile utilizzare per la loro pulizia soluzioni al perossido di idrogeno ( contro la “sporcizia” giornaliera ), detergenti specifici per l.a.c. morbide ( contro l’accumulo di lipidi -grassi- ) e pasticche enzimatiche ( contro l’accumulo di proteine ) al fine di preservare le qualità ottiche delle lenti che, avendo un uso più continuativo, tendono ad accumulare più “sporcizia” all’interno del materiale da cui sono costituite.

annuali: poco utilizzate attualmente, se non in casi particolari ( es. terapeutiche )



L.A.C. GAS-PERMEABILI e SEMIRIGIDE:

Queste lenti sono fatte di PMMA (polimetilmetacrilato) o materiali simili. Hanno lo svantaggio di essere meno tollerate: a volte danno, infatti, la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio .

Di solito il loro diametro è inferiore rispetto alle morbide, e dunque possono spostarsi di più ( sempre rispetto alle idrofile) con i movimenti delle palpebre: questo permette di far passare più ossigeno alla cornea e di farla “respirare” meglio.

Devono essere costruite in base ai parametri individuali, quindi sono più costose.

Spesso vengono utilizzate per correggere forme di astigmatismo elevate o per patologie della cornea come il cheratocono.


Le lenti a contatto si sono poi evolute e, al giorno d’oggi, sono presenti l.a.c. con le quali si può anche:

correggere la presbiopia ( tramite l.a.c. multifocali morbide );

modificare il colore dei propri occhi ( tramite l.a.c. colorate con colori tenui per intensificare l’iride, o decisi per modificarla completamente - disponibili anche con potere rifrattivo);

ottenere effetti terapeutici ( tramite l.a.c. per la cura di malattie corneali specifiche e per il periodo successivo a interventi di chirurgia rifrattiva)

LENTI A CONTATTO ORTOCHERATOLOGICHE

L’ortocheratologia è una tecnica non chirurgica con cui è possibile ridurre, variare o eliminare un difetto di vista attraverso l’applicazione programmata di lenti a contatto. Questa tecnica consiste nell’applicazione di speciali lenti a contatto rigide gas-permeabili con una conformazione particolare, detta a geometria inversa, per modificare la forma della cornea a scopo ottico. Le lenti per ortocheratologia producono una riduzione temporanea della miopia cambiando la forma della cornea, che possiede un certo grado di plasticità. L’appiattimento della cornea riduce il potere rifrattivo oculare e, se l’entità dell’appiattimento è adeguatamente controllata, è possibile variare in modo preciso il potere corneale fino a correggere il difetto di vista. Le lenti a contatto tradizionali sono disegnate in modo da interferire il meno possibile con la forma corneale, mentre le lenti per ortocheratologia sono progettate espressamente allo scopo di appiattire la cornea in modo controllato. Quando la lente è sull’occhio si vede bene come con una lente convenzionale; dopo che la lente viene rimossa, la cornea mantiene la sua forma modificata per un certo periodo e si continua a vedere bene anche senza lente a contatto. I primi due o tre giorni, l’effetto dura poco per poi stabilizzarsi nei giorni successivi.
Una volta ottenuto il massimo risultato, vengono indossate le lenti solo il tempo necessario per mantenere e stabilizzare gli effetti.
A seconda del caso le lenti ortocheratologiche per il mantenimento possono essere portate alcune ore di giorno oppure di notte e rimosse durante le ore di veglia.
In quest’ultimo caso le lenti vengono portate durante il sonno e al mattino possono essere tolte, continuando a vedere bene durante la giornata senza lenti e senza occhiali.
Nella maggior parte dei casi l’effetto correttivo dura 24 ore. Il porto notturno ha il vantaggio di eliminare le componenti ambientali (polvere, vento, aria condizionata, attività sportive o professionali) che possono causare fastidio durante il giorno e la velocità del rimodellamento è incrementata dalla pressione esercitata dalle palpebre chiuse.
Per il porto notturno si utilizzano materiali studiati appositamente, con elevatiassima permeabilità all’ossigeno per garantire la sufficiente ossigenazione alla cornea anche a palpebre chiuse.
L’ortocheratologia non è l’unico modo per correggere la miopia, altri metodi alternativi di correzione dei difetti visivi sono gli occhiali, le lenti a contatto morbide e rigide convenzionali, le lenti a contatto ad uso continuo e la chirurgia refrattiva.
Siamo a disposizione per discutere i benefici ed i rischi di ognuna di queste tecniche.

Indicazioni

Generalmente l’ortocheratologia può essere applicata nei casi di miopia medio-bassa, inferiore alle 6 diottrie, eventualmente associata a lieve astigmatismo. Nelle miopie più elevate l’ortocheratologia è in grado di ridurre il difetto senza però correggerlo completamente, ciò può essere comunque utile per coloro che desiderano una minore dipendenza dalla correzione ottica o che desiderano portare occhiali esteticamente e funzionalmente più accettabili. Nella maggior parte dei casi questa tecnica è controindicata negli astigmatismi elevati.
Nei casi in cui l’esigenza dell’applicazione ortocheratologica fosse dettata dalla partecipazione a concorsi (carriere militari, brevetti di volo, patenti di guida, ecc.) sarà premura dell’interessato informarsi circa le caratteristiche visive richieste dal bando, nonché della legittimità dell’applicazione a scopo ortocheratologico ai fini del concorso.

Controindicazioni

L’applicazione di lenti per ortocheratologia è controindicata in tutte le situazioni oculari che non consentono l’utilizzo di tutte le lenti a contatto di tipo convenzionale e quindi nei casi di:
  • stati infiammatori o infettivi acuti o subacuti della superficie oculare;
  • qualsiasi patologia o anormalità della cornea che potrebbe essere peggiorata dall’uso di lenti a contatto;
  • qualsiasi patologia sistemica che possa interferire nell’uso di lenti a contatto, come patologie a carico del sistema immunitario o alcune disfunzioni metaboliche;
  • intolleranza e reazioni allergiche della superficie oculare o degli annessi indotte dall’uso di lenti a contatto o di prodotti per la manutenzione delle lenti;
  • alterazioni del film lacrimale.

Limiti

Alcuni dei limiti delle tecniche ortocheratologiche possono essere così riassunti:
  • si richiede un adattamento a lenti rigide gas permeabili che in alcuni casi possono provocare nel primo periodo di adattamento con un fastidio difficile da sopportare; questo fastidio è quasi nullo o comunque ridotto al minimo se si intraprende un regime di porto notturno;
  • il risultato dipende dalle condizioni oculari individuali: conformazione corneale, posizione e azione palpebrale, risposta del tessuto corneale, presenza o meno di astigmatismo, diametro della pupilla, ecc.
  • è possibile ottenere un’acuità visiva naturale binoculare di 10/10 solo in caso di miopia medio-bassa;
  • talvolta può permanere un minimo residuo refrattivo, in dipendenza dalle variabili biologiche presenti in ogni persona, e non prevedibile con certezza.
  • per alcuni pazienti il limite maggiore è probabilmente la temporaneità dei risultati.
L’ortocheratologia è per sua natura una tecnica applicativa reversibile, per questo motivo le variazioni ottenute con questa tecnica applicativa non sono definitive e devono essere mantenute continuando a portare le lenti a contatto ortocheratologiche. All'inizio della procedura il periodo di visione nitida può durare poche ore, dopodiché l'acuità visiva comincia a diminuire in modo progressivo. Con il tempo aumenta il periodo durante il quale, una volta tolte le lenti, si mantiene una buona visione nitida. Quando la visione non è più soddisfacente ritorna necessario l’uso delle lenti ortocheratologiche oppure di un occhiale anche se più leggero di quello che era necessario prima di iniziare l’applicazione.
Per coloro che desiderino togliere definitivamente la correzione, questa temporaneità dei risultati è certamente un limite.

Va comunque sottolineato che se da una parte la temporaneità dell’effetto correttivo costituisce un limite, dall’altra, la reversibilità della correzione ortocheratologica può rappresentare un vantaggio.

Analisi dei rischi legati all’applicazione ortocheratologica

L’utilizzo di qualsiasi tipo di lente a contatto comporta una minima percentuale di rischio, non ci si aspetta che l’uso di questo tipo di lenti per ortocheratologia comporti rischi sostanzialmente maggiori rispetto all’uso di lenti rigide gas permeabili convenzionali o morbide.
I due effetti collaterali più comuni che si possono verificare nei portatori di lenti a contatto sono l’edema corneale e la disepitelizzazione. Questi due effetti collaterali si possono verificare anche con le lenti per ortocheratologia di ultima generazione. Altri effetti collaterali che si possono verificare con l’uso delle lenti a contatto sono: irritazione, arrossamento, iperlacrimazione, dolore, abrasione o distorsione della superficie corneale. Queste condizioni sono di solito temporanee, risolvibili rimuovendo la lente e ricorrendo tempestivamente ad un controllo specialistico.
Oltre alle complicanze legate a tutte le lenti a contatto, sono possibili complicanze specifiche legate alla variazione di forma della superficie corneale. Talvolta si presentano irregolarità corneali che possono essere dovute alla dinamica della lente, di solito sono di entità modesta o transitoria e non influiscono significativamente sulla qualità della visione. I casi più problematici sono quelli che presentano un decentramento marcato dell'area rimodellata. Tale spostamento è causato dal decentramento o dall'adesione della lente a contatto. In tal caso, l’irregolarità del profilo corneale può portare ad una condizione refrattiva inadeguata e ad effetti disturbanti nella visione quando si rimuovono le lenti a contatto con la possibilità che si presenti la sensazione di aloni intorno alle fonti luminose, di abbagliamento e di sdoppiamento delle immagini soprattutto in condizioni di luce crepuscolare o notturna. Fenomeni disturbanti in visione notturna possono essere causati anche da un diametro pupillare troppo grande in relazione all’area di correzione. Poiché l'ortocheratologia è una tecnica reversibile e non produce cambiamenti corneali definitivi ed irreversibili, in caso di problemi di questo genere si possono modificare i parametri delle lenti ortocheratologiche fino ad ottenere un risultato soddisfacente.
Nei casi più complicati può essere necessario sospendere l’uso delle lenti.
In casi rari, si possono verificare opacità corneali permanenti, perdita di linee di acuità visiva, ulcera corneale, neovascolarizzazione, deformazioni corneali permanenti. Il rischio che si verifichino questi problemi è molto basso e può essere minimizzato o completamente eliminato se si segue una corretta manutenzione delle lenti, il regime d’uso che è stato indicato ed un appropriato programma di controllo e sostituzione lenti secondo le indicazioni dell’applicatore e del costruttore.
Nessun effetto dannoso è previsto che possa essere causato dagli esami effettuati durante la procedura applicativa e durante i controlli.
Il portatore verrà sottoposto a controlli con una scadenza prefissata; questi controlli sono assolutamente necessari per verificare l’andamento dell’applicazione.
La negligenza nel seguire le indicazioni d’uso delle lenti e le scadenze dei controlli
specialistici può influenzare il risultato refrattivo finale ed essere causa di complicanze.

Precauzioni

Per utilizzare le lenti a contatto in sicurezza è necessario seguire attentamente le istruzioni d'uso per una corretta applicazione, rimozione, pulizia e manutenzione e seguire un programma di controllo e di sostituzione programmata. Utilizzare solo i prodotti di manutenzione che sono stati indicati dall’applicatore, utilizzare sempre soluzioni per lenti a contatto fresche e non scadute ogni volta che si puliscono e si ripongono le lenti, sostituire il contenitore portamenti ogni tre/quattro mesi e non usare mai acqua corrente per sciacquarle ma soluzione salina.
Non mettere mai le lenti in bocca per umidificarle. Evitare l'uso di saponi contenenti creme, lozioni od oli cosmetici prima di maneggiare le lenti. Evitare di portare le lenti a contatto in occasione di bagni al mare, in piscina e di docce nei luoghi pubblici.
Le lenti non devono mai essere indossate in presenza di polveri e di sostanze nocive.
L'inosservanza delle norme d’igiene e della corretta utilizzazione delle lenti a contatto può provocare gravi danni all'occhio.
Il portatore deve rimuovere le lenti a contatto immediatamente se è presente qualsiasi segno di anormalità.
I più comuni problemi che un portatore può incontrare nell’uso delle lenti a contatto sono i seguenti:
  • Irritazione, dolore, bruciore degli occhi
  • La lente è più fastidiosa del solito
  • Sensazione di corpo estraneo
  • Iperlacrimazione
  • Secrezione inusuale
  • Occhio rosso
  • Visione sfuocata o sdoppiata
  • Aloni intorno agli oggetti
  • Fotofobia (fastidio alla luce)
  • Occhio secco Se il portatore nota qualsiasi di queste condizioni, deve rimuovere immediatamente le lenti e seguire le seguenti istruzioni:
  • Se il problema scompare, bisogna controllare attentamente la lente.
  • Se la lente è in qualsiasi modo danneggiata, non deve essere reinserita nell’occhio, ma messa nel contenitore e portata dall’applicatore.
  • Se sulla lente è visibile dello sporco, una ciglia o altri corpi estranei, o il problema passa senza che la lente appaia danneggiata, bisogna ripulire attentamente la lente, disinfettarla e quindi si può provare a rimetterla.
  • Se il problema continua, il portatore deve contattare immediatamente lo specialista.
Quando si verifica una delle condizioni descritte sopra, potrebbe essere presente un problema anche grave come infezione, ulcera corneale, neovascolarizzazione, irite, edema stromale persistente, o congiuntivite papillare gigante. Il portatore quindi deve rivolgersi il più rapidamente possibile allo specialista in modo da identificare il problema ed iniziare il trattamento terapeutico opportuno per evitare seri danni oculari, che possono includere opacità corneale, cecità o perdita dell’occhio.

Per qualsiasi necessità l’applicatore può essere contattato ai numeri telefonico dello studio 0039.055.8878684, 0039.055.8898579 oppure al numero 0039.345.6589192 per le urgenze fuori orario di apertura dello studio.